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Fernando Eugenio Vicini

Il 18 marzo del 1928, Fernando Eugenio Vicini, detto Gino, acquistò il “Palazzo” di Longiano - come anche allora era denominato - dal Professor Paolo Turchi, figlio del Cavalier Ettore Turchi, possidente terriero di Longiano. Difatti, ancora oggi sulla lunetta del portone d’ingresso è possibile riconoscere nel ferro battuto le iniziali “E.T.”, Ettore Turchi, per l’appunto.

 

L’importo venne stabilito in Lire 36.000, compreso il piccolo appezzamento di terreno adiacente alla proprietà. Il primo versamento fu stabilito in Lire 10.000.

Nel mese di maggio dello stesso anno, tutta la famiglia Vicini, originaria di Gatteo, si trasferì nella nuova residenza. Si trattava di una famiglia di possidenti di campagna molto numerosa, conosciuta con il soprannome dei “Lanzi”. Gino portò con sé nella nuova casa la madre Cleopatra, detta Patrina - rimasta vedova del marito Natale - i fratelli Vittorio, Maria e Olga, la moglie Emilia e i figli Luciano e Pino. Nel 1932 nacque poi l’ultimogenita Annamaria. 

 

In realtà, fino ad allora la vita di Gino non era stata priva di difficoltà e di grandi ostacoli da superare. Infatti, alla morte prematura del padre Natale, di professione fattore, la famiglia Vicini si era trovata in un vero e proprio stato di miseria. Gino, che era il figlio maggiore, a soli 20 anni dovette assumersi tutte le responsabilità di un capofamiglia. Purtroppo, non possedeva alcuna esperienza di lavoro, aveva frequentato le elementari, poi le scuole tecniche e la sola cosa che sapeva fare era scrivere in una bellissima calligrafia, perché allora era materia di scuola.

 

Per cercare di imparare qualcosa, andò a Fano dallo Zio Lazzaro che era fattore o come si diceva allora “Agente di Campagna”. Da Fano, si trasferì in Toscana, a Borgo San Lorenzo, nella proprietà del Marchese Della Stufa di Firenze. Intanto, a Gatteo, la famiglia si arrangiava come poteva, ma la vita era assai dura.

 

Allo scoppio della I Guerra Mondiale, i due fratelli maschi, Gino e Vittorio, dovettero partire soldati. Gino venne affidato ai servizi di rifornimento del bestiame, presso l’ufficio di Firenze. Intanto, si era fidanzato con Emilia Venturi, con la quale scambiava appassionate lettere d’amore.

 

Finalmente, a pace avvenuta, Gino fu assunto dall’Azienda dei Signori Turchi di Balignano-Longiano, così tutta la famiglia si trasferì da Gatteo alla Crocetta di Longiano, in una casa messa a disposizione dagli stessi Turchi. 

Il 28 ottobre 1920 Gino sposa Emilia: lui aveva 25 anni, lei 22.

 

Gino era molto bravo nella sua professione, tanto da guadagnarsi la stima dei suoi datori di lavoro, che lo nominarono “Signor Ministro”, cioè amministratore di tutti i beni della famiglia Turchi. Fu così che la situazione economica della famiglia Vicini migliorò sensibilmente, fino a permettere a Gino l’acquisto del Palazzo che ancora oggi porta il suo nome.
 

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